L’Italia non può aspettare che il problema delle sofferenze bancarie si risolva da sé

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L’ultimo bollettino dell’Abi ci ha tristemente avvertito che a settembre la massa delle sofferenze presenti nei bilanci delle banche italiane ha sfondato anche il muro dei 200 miliardi di euro (il 13% in più rispetto al 2014). Ora, è vero, come ricorda il Presidente dell’Abi Antonio Patuelli, che il flusso di operazioni che entrano nella spirale del credito deteriorato sta rallentando, tuttavia molti osservatori ritengono che ci vorranno almeno due anni prima di registrare una vera riduzione di questo insano fardello.

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Le nuove regole sugli sconfini minacciano le pmi

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In occasione dell’ultimo Global Financial Stability Report, il Fmi ha sottolineato la necessità di intervenire con urgenza sui crediti deteriorati dell’Italia (quasi 350 mld di cui circa 200 mld di sofferenze) che, zavorrando le banche, drena risorse destinabili alle imprese nazionali. Tuttavia, lo stesso Fmi ha anche evidenziato come questo fenomeno appaia in miglioramento grazie al più sereno scenario economico-finanziario globale.

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Le nuove norme di vigilanza, un altro shock per le piccole e medie imprese italiane?

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A ben vedere, tralasciando per un attimo variabili macro quali la drammatica crisi greca, i fattori che appaiono in grado di frenare la trasmissione degli stimoli monetari della BCE dalle banche alle imprese appaiono essenzialmente due. Il primo è legato a quel fardello costituito da 350 miliardi di crediti deteriorati (192 miliardi di sofferenze), che non dà segni di cedimento e che costringe gli istituti a incrementare accantonamenti e patrimonio a scapito delle risorse destinabili al sostegno delle piccole e medie imprese.

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Opportunity bank e Quantitative easing, per le pmi italiane forse è l’ultimo treno

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Non c’è dubbio che il dibattito sulla necessità o meno di approfondire il progetto di una Bad Bank in Italia sia ormai entrato in una fase calda e abbia diviso economisti, banchieri e rappresentanti istituzionali in fazioni l’una contro l’altra armate. Premesso che continueremo a parlare di Opportunity Bank (Ob) e non di Bad Bank per sottolineare che la finalità di questo soggetto è quella di offrire una nuova opportunità alle nostre piccole e medie imprese, non di salvare le nostre banche, partiremo proprio da ciò che sostengono i detrattori del progetto.

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Con la vigilanza della Bce il rapporto tra banca e impresa deve fare un salto di qualità

Con la vigilanza della Bce il rapporto tra banca e impresa deve fare un salto di qualitàPubblicato su: MF

Sicuramente gli accordi di Basilea, l’utilizzo da parte delle maggiori banche di sistemi avanzati di rating, nonché la vigilanza affidata alla Bce hanno fatto sì che il delicato rapporto banca – impresa subisse negli ultimi anni un’evoluzione quasi darwiniana. Il punto è che questo processo, contrariamente a quanto comunemente si ritiene, non si è affatto concluso. Il primo stadio di questa evoluzione è quello antecedente ai primi accordi di Basilea (prima degli anni ’90) caratterizzato da un rapporto banca – impresa imperniato sul cosiddetto credito di vicinanza.

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Più che una Bad occorre un’Opportunity Bank se si vogliono salvare le pmi italiane

Più che una Bad occorre un'Opportunity Bank se si vogliono salvare le pmi italianePubblicato su: MF

Non c’è dubbio che, nell’attuale scenario, uno dei circoli viziosi più pericolosi è quello instauratosi tra banche ed imprese (si veda “quei circoli viziosi che ci impediscono di uscire dalla crisi” su MF-Milano Finanza del 15/5/2014. I bilanci delle aziende, devastati dalla crisi, generano masse di crediti deteriorati che le banche sono chiamate a fronteggiare con accantonamenti e nuovo patrimonio.

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Perché rating e Basilea 3 hanno cambiato geneticamente il rapporto banca-impresa

Perché rating e Basilea 3 hanno cambiato geneticamente il rapporto banca-impresaPubblicato su: MF

Più o meno a partire da giugno del 2012 tutti i principali gruppi bancari italiani hanno adottato sistemi di rating avanzati per la gestione delle loro principali aree di operatività. Di conseguenza, a oggi, il rating non solo costituisce un punto di riferimento nell’ambito della sfera della concessione e del monitoraggio del credito, ma interviene anche su questioni di natura commerciale, quali il pricing, le commissioni da applicare e l’accessibilità a specifici prodotti.

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Quei circoli viziosi concentrici che ci impediscono di uscire dalla crisi

Quei circoli viziosi concentrici che ci impediscono di uscire dalla crisiPubblicato su: MF

Se dopo 5 anni, 8 mesi e 29 giorni dalla Lehman Brothers i Paesi europei ancora combattono contro stagnazione e deflazione, gli Emergenti soffrono a causa della “normalizzazione” americana e il Giappone stenta a ripartire, un motivo ci sarà. E allora, forse, è necessario fermarsi un attimo per ragionare su quei fattori che, a monte, rendono il virus di questa crisi così resistente a tutti gli anticorpi.

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Quelle piccole banche in difficoltà per aver bazzicato i politici e gli imprenditori amici

Quelle piccole banche in difficoltà per aver bazzicato i politici e gli imprenditori amiciPubblicato su: MF

Forse era davvero inevitabile che questa crisi, di rara profondità e di natura mutante, producesse anche nel sistema bancario italiano ferite ancora da rimarginare; è importante però sottolineare come, a eccezione dell’affaire Monte dei Paschi, queste ferite non abbiano toccato i grandi gruppi, come avvenuto all’estero, ma piuttosto alcuni istituti di dimensioni medio piccole. A ben vedere questa situazione è dovuta al diverso atteggiamento che le banche minori – meno vincolate al rapporto tra rischiosità degli impieghi e patrimonio rispetto ai grandi istituti – hanno assunto durante la crisi..

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Il check up della Bce rivelerà che le banche tedesche hanno pressione e colesterolo alti

Il check up della Bce rivelerà che le banche tedesche hanno pressione e colesterolo altiPubblicato su: MF

Già da parecchi anni la medicina preventiva ha intensificato lo studio dei cosiddetti fattori di rischio in quanto questi, agendo congiuntamente, sono in grado di incrementare significativamente la probabilità di insorgenza di una determinata patologia. Per esempio, grande attenzione è stata dedicata, nella prevenzione delle malattie cardiache, agli effetti della sindrome metabolica che raggruppa un insieme di fattori di rischio tra i quali l’eccessiva espansione del tessuto adiposo, l’elevato colesterolo..

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Chi deve veramente preoccuparsi degli stress test della Bce? Non certo le banche italiane

Chi deve veramente preoccuparsi degli stress test della Bce?Pubblicato su: MF

Non appena sono state rese note le guideline relative all’esame che la Bce effettuerà sulle maggiori banche europee, subito si sono levate alte le grida di dolore di Moody’s, convinta che gli stress test evidenzieranno la debolezza strutturale di alcune banche italiane e la necessità di ricapitalizzare con denari privati o pubblici…

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Crisi siriana e affaire Berlusconi: livelli molto diversi, ma stesso canovaccio

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Posto che la crisi siriana e l'”affaire Berlusconi” sono i due accadimenti che hanno in contemporanea monopolizzato la scena negli ultimi periodi, appare interessante evidenziare come le due vicende, ovviamente diversissime per natura e gravità, presentino alcune analogie per quanto concerne il comportamento delle parti coinvolte che, a ben vedere, si sono mosse seguendo un medesimo canovaccio. Continua a leggere

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