Pubblicato su: www.teleborsa.it
Gli ultimi giorni di Gennaio sono stati senza dubbio caratterizzati da alcuni eventi di notevole rilevanza a livello comunitario. Tuttavia, prima di entrare nel merito di questi accadimenti, non si può trascurare l’importanza di quelle riprese che hanno fatto il giro del mondo dedicate al trio Monti, Sarkozy e Merkel mentre fanno il loro ingresso, compatti e sicuri, nella Sala del Consiglio a Bruxelles. In diplomazia nulla è lasciato al caso ed il messaggio che si è voluto lanciare attraverso questa entrata piuttosto plateale è stato il seguente: “stiamo lavorando per portare l’Europa fuori dal pantano in cui si è cacciata ed ora anche l’Italia fa parte dei leaders che dovranno decidere come farlo nel minore tempo possibile.”
Abituati ad essere sbeffeggiati in pubblico dagli altri partners mi pare un risultato non da poco! Evidenziato questo aspetto, bisogna dire che, indubbiamente, nel corso del vertice europeo del 30 Gennaio, sono stati fatti importanti passi verso il nuovo assetto che l’Europa dovrà assumere qualora intenda sopravvivere agli enormi cambiamenti intervenuti a livello mondiale. Infatti, innanzitutto, è stato trovato un accordo tra i 25 Paesi della Unione Europea (Gran Bretagna e Repubblica Ceca escluse) sul nuovo “trattato fiscale” che prevede, da una parte, l’inserimento dell’obbligatorietà dl pareggio di bilancio (“la Golden Rule“) nelle Costituzioni dei Paesi aderenti e, dall’altra, inasprisce le regole sull’eccessivo indebitamento.
Ed è proprio su questo fronte, per noi cruciale, che si sono visti i primi risultati dell’ “effetto Monti”: l’Italia ha infatti ottenuto che il citato rientro dall’indebitamento potesse avvenire in maniera più “soft” in presenza di “fattori rilevanti” (appunto l’attuale drammatica crisi) e che venissero cancellate le sanzioni semiautomatiche prima previste per i Paesi in ritardo sul programma di riduzione del debito.
In secondo luogo, ma non meno importante, il Consiglio ha varato il fondo “salva stati” ESM che entrerà in funzione a Luglio 2012 con una dotazione iniziale di 500 mld di Euro che si spera possa essere ampliata in tempi stretti al fine di poter meglio fronteggiare eventuali nuovi shock sistemici (Portogallo?).
Infine, il Consiglio ha acceso un potente faro sul problema della disoccupazione stabilendo che i Paesi dovranno preparare al più presto “piani nazionali per l’occupazione” finalizzati, in particolare, alla riduzione della piaga della disoccupazione giovanile. Infatti è proprio da questo fronte che giungono i segnali più preoccupanti: i dati ISTAT relativi al dicembre 2011 evidenziano per l’Italia una disoccupazione pari all’8,9%, in crescita dello 0,8% sul 2010, ma ancora inferiore al dato dell’Eurozona attestato al 10,4%. Peggiori, invece, i dati sulla nostra disoccupazione giovanile arrivata al 31% con punte in Campania del 41%: nel 2007 era pari al 19%!!
Torna all’elenco completo degli articoli: “Il punto sulla crisi”