Il punto sulla crisi – 53 / L’avviso ai naviganti emesso…

Pubblicato su: www.teleborsa.it

Tutto sommato, la battaglia estiva – che si preannunciava anche più cruenta della battaglia dell’Agosto scorso quando l’avvitamento della crisi fu evitato in estremis dall’intervento della BCE – ha seminato meno distruzione rispetto alle attese.

Certamente, ancora una volta, a fine Luglio, la palese incapacità (o mancanza di volontà) dell’Europa di dare risposte forti ed univoche, i continui ostacoli posti dalla Germania al varo operativo degli strumenti anti – spread, la crisi delle banche spagnole affrontata in maniera tentennante e parziale hanno fornito ottime munizioni alla speculazione sistemica.

Infatti, le conseguenze di questa situazione di incertezza, come facilmente prevedibile, si sono subito manifestate in Spagna, dove i rendimenti dei Bonos hanno rapidamente raggiunto a fine Luglio i livelli (non sostenibili nel lungo periodo) del 6,78% a due anni e del 7,49% a dieci anni! Parallelamente l’effetto contagio, che secondo un recente studio del prof. Vegas è responsabile del 70% dei picchi negativi del nostro spread, ha fatto il resto spingendo quest’ultimo a quota 537 punti, con i rendimenti dei BTP a 2 anni volati oltre il 5% e quelli decennali a quota 6,60%. Tuttavia, come accennato, nonostante il citato picco negativo toccato intorno al 25 Luglio, la situazione durante questa estate non ha mai toccato il livello di allarme rosso e questo grazie, ancora una volta, alla BCE ed alla determinazione del Presidente Draghi.

Più in particolare, nel periodo luglio – agosto, la BCE ha preferito, a fronte del surriscaldarsi della situazione finanziaria europea, tenere negli arsenali le armi non convenzionali ed affidarsi ad una strategia di moral suasion. Questa strategia si basa sul concetto che una valida valvola di sicurezza attivabile per frenare una speculazione sistemica ribassista consiste nel convincere i mercati che puntare sulla degenerazione della situazione, sull’avvitamento dello spread e magari sulla tenuta stessa del sistema dell’Euro potrebbe trasformarsi in un vero bagno di sangue e quindi potrebbe, in definitiva, non essere una buona idea.

L’intervento forte ed inusuale di Draghi di fine luglio ha avuto, appunto, lo scopo di lanciare un doppio warning ai mercati: 1) interventi sulla dinamica degli spread in presenza di una minaccia per la funzionalità della politica monetaria rientrano appieno nel mandato della BCE; 2) la BCE farà tutto il possibile per calmare i mercati.

Il presidente ha poi concluso: i mercati non conoscono la vera forza della BCE. Il chiaro avviso ai naviganti emesso da Draghi, ancorchè ovviamente contestato dai falchi tedeschi, ma non dalla Merkel, ha di fatto raggiunto l’obiettivo prefissato: salvo qualche tensione connessa alla delusione di alcuni che avrebbero voluto interventi più concreti da parte di Eurotower, la tensione sugli spread e sui rendimenti dei titoli di Stato sono tornati in agosto a livelli gestibili in ordinaria amministrazione.

Non trascurerei, tra l’altro, che l’equilibrato intervento di moral suasion attivato dalla BCE ha consentito a quest’ultima di mantenere intatta negli arsenali la riserva di armi non convenzionali da utilizzare in presenza di stress acuti dei mercati E, guardando ai delicatissimi appuntamenti di settembre, di questa riserva, probabilmente, ci sarà decisamente bisogno!

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